MONTOONS: corti per bambini

Home / MONTOONS: corti per bambini

Torna la sezione del Festival dedicata ai corti per bambini, quest’anno in una nuova veste: Montoons!

Preparati a vivere una magica avventura cinematografica: tutti i corti sono storie uniche e originali, che incanteranno i più piccoli e saranno capaci di far rivivere anche agli adulti la meraviglia di vedere il mondo con gli occhi di un bambino.

Scopri i titoli in gara quest’anno e non perdere l’occasione di immergerti in un viaggio straordinario.

 

Giovedì 11 luglio – ore 21:15 – Piazza Fortebraccio

BATTERY MOMMY di Seungbae Jeon

Battery Mommy fa funzionare qualunque cosa: pistole per bolle di sapone, macchine fotografiche e termometri. Durante il pisolino dei bambini in un giorno d’inverno, Battery Mommy scopre che l’albero di Natale nella nursery sta andando a fuoco. Deve fare qualcosa!

GRAPHITE di Nicola Andreallo e Alice Benedetti

In un mondo desolato, fatto di detriti, scarti e componenti metallici di ogni tipo, viveva un robot selezionatore…

THE TIN WOODS di Nick Boxwell

Mentre esplora una capanna abbandonata, L’Uomo di Latta trova… la sua testa originale? Basato sui libri del mondo di Oz di L. Frank Baum, questo cortometraggio in stop-motion esplora le origini dell’iconico personaggio e la sua trasformazione…

ANA MORPHOSE di Joao Rodrigues

Una bambina legge per addormentarsi. Mentre si assopisce, il mondo fisico inizia a fondersi in una realtà alternativa in cui il contenuto del libro domina le leggi della fisica. Ana deve sfuggire all’accumulo schiacciante di conoscenze stampate e trovare il suo spazio in un mondo in cui nulla è ciò che sembra.

RADIO INTERFERENCE di Aleksey Pochivalov

Il robot Radion, che lavora come annunciatore radiofonico, si prende un giorno di riposo.

EDSON’S GRAVY di Ryan George Kittleman

Basato sulla poesia di Russell Edson (1935-2014), “Gravy” è un’ode stravagante a un condimento senza tempo. Edson, considerato il padrino della poesia in prosa statunitense, trasforma gli eventi quotidiani in favole oniriche e anticonformiste. Il regista Ryan Kittleman ha ricevuto il permesso dagli eredi di Edson di realizzare “Gravy”, prima opera di Edson adattata per lo schermo.

MOUSE HOUSE di Timon Leder

Un topo goloso si intrappola in una forma di formaggio, mentre il suo amico affamato e bloccato all’esterno deve vedersela con il gatto di casa.

Venerdì 12 luglio – ore 21:15 – Piazza Fortebraccio

SPRING WALTZ di Stefano Lorenzi e Clelia Catalano

Un uomo e una donna separati da un muro. Ma il loro amore non accetta divisioni, barriere, ostacoli. Sono una coppia di artisti di strada: la libertà scorre nelle loro vene. I confini non esistono. L’uomo non sopporta la “striscia della morte” che lo separa da lei. E giorno dopo giorno, con tenacia, fantasia e amore, cerca di tornare tra le sue braccia.

CROSSWALK di Daria Volchok

La differenza nella percezione del tempo. Il protagonista corre, mentre la folla è ferma in attesa del verde del semaforo.

FUTURE MEMORIES di Donatella Altieri

Aleksander, Martin e Francesco. I primi due si incontrano nel campo di concentramento di Sachsenhausen negli anni ’40. Il terzo è un pianista che vive oggi a Barletta. Eppure le vite dei tre uomini sono legate da un filo rosso. Nel campo di concentramento di Sachsenhausen, il cantante e compositore polacco Aleksander Kulisiewicz immagazzina nella sua memoria 770 canzoni create dai suoi compagni di deportazione, ripetendole continuamente per anni sottovoce tra le labbra per non dimenticarle. Martin Rosenberg è uno degli uomini incontrati da Aleksander a Sachsenhausen. Nel campo organizzò un coro ebraico di 30 elementi. Per Martin il coro era un importante veicolo per opporsi al regime. Il coro era illegale e le sue prove rigorosamente clandestine. Alla fine del 1942, Martin scopre che un trasporto avrebbe presto portato lui e i membri del suo coro ad Auschwitz-Birkenau. Oggi l’enorme patrimonio musicale composto nei campi è arrivato a noi grazie al lavoro del pianista barlettano Francesco Lotoro, che per oltre trent’anni ha girato il mondo alla ricerca di quella musica.

SOCKS FOR THE STAR di Olga Titova

Danzare nello spazio è pericoloso, ma un’amicizia affiatata può tenere saldi.

THE СHRISTMAS TREE SCHOOL di Anastasia Makhlina

Cactus lavora come inserviente alla scuola per alberi di Natale. Osserva i loro allenamenti e sogna di diventare lui stesso il simbolo principale della festa.

BAIGAL NUUR – LAKE BAIKAL di Alisi Telengut

La formazione e la storia del lago Baikal in Siberia sono reimmaginate con un’animazione fatta a mano, con la voce di una donna Buryat che riesce ancora a ricordare alcune parole della sua lingua Buryat-mongola, ormai in via di estinzione.

WE ARE QUARANTINED di Anna-Maria Chernigovskaya

Cosa facevano i bambini in quarantena a casa durante la pandemia di Coronovirus nel 2020?

Sabato 13 luglio – ore 21:15 – Piazza Fortebraccio

THE WAITING di Volcher Schlecht

Karen Lips è una ricercatrice che vive per diversi anni in una piccola baracca in Costa Rica per osservare le rane. Quando lascia la foresta nuvolosa per un breve periodo e ritorna, le rane sono sparite. Tutte. Karen si mette alla loro ricerca e scopre una terribile verità.

IMPOSSIBLE MALADIES di Stefano Tambellini e Alice Tambellini

A bordo del loro carretto, il dottor Rabarbaro e la sua assistente Tosse viaggiano di casa in casa per curare assurde malattie con i loro ingegnosi rimedi.

VOLUPTAS di COSTANZA LUSINI

Voluptas è un cortometraggio, animato in tecnica mista, con l’obiettivo di raccontare attraverso le immagini L’Inno a Venere proemio del De Rerum Natura di Lucrezio. Protagonista del corto è la dea Venere, musa del poeta, che attraverso la forza della passione rivoluziona il mondo, portando la vita. Il suo percorso è accompagnato dalle parole di Lucrezio trasposte in musica; al suo passaggio le tempeste si placano, boschi e campi germogliano e gli animali la seguono colpiti dalla forza del desiderio.

DÒMA di Chiara Seveso

Una piccola comunità come può affrontare la perdita? Chi subisce il lutto soffre da solo? Che ruolo ha la società nel rito? Aurora, una donna sarda vestita a lutto, con un lungo abito nero e il capo coperto da un fazzoletto anch’esso nero, intenta a cucire. Improvvisamente si punge un dito. Ecco che si ricorda di quando da piccola ha imparato il mestiere della sarta.