Vittorio Storaro è uno dei più grandi direttori della fotografia viventi o, come lui ama definirsi sul calco dall’americano cinametografo. Classe 1940, figlio di un proiezionista della Lux Film, comincia a studiare fotografia nell’istituto Tecnico di Roma “Duca d’Aosta” e successivamente al Centro Sperimentale di Cinematografia. La sua carriera cinematografica ha inizio negli anni Sessanta e già sulla fine di questo decennio illumina due pellicole straordinarie come L’uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento e Il conformista di Bernardo Bertolucci, col quale stringe un sodalizio artistico che durerà fino al 1993 con Little Buddha. Negli anni Settanta oltre ai capolavori Novecento e Ultimo tango a Parigi sempre in collaborazione con Bertolucci illumina Giordano Bruno per la regia di Giuliano Montaldo. Il decennio termina con forse il suo lavoro più sofisticato e virtuosistico: Apocalypse Now di Francis Ford Coppola gli vale il primo Oscar della sua carriera e l’immagine di Marlon Brando che si rivela lentamente dal cono d’ombra dove si era rifugiato diviene un’immagine indimenticabile per milioni di spettatori. Gli anni Ottanta sono quelli della consacrazione: due Oscar, uno per Reds di Warren Beatty e uno per The Last Emperor e l’illuminazione di un cult assoluto del decennio come Ladyhawke. La sua carriera prosegue brillantemente variando di toni e temi, illuminando commedie e drammi, documentari e serie tv, sempre con la medesima cura ed eleganza. Lega il suo nome oltre a quelli di Coppola e Bertolucci con quello del regista spagnolo Carlos Saura e, dal 2016, è il direttore della fotografia di fiducia di Woody Allen. Nel 2015 cura con Francesca Storaro l’illuminazione dei Fori Imperiali di Roma. Presidente onorario dell’Accademia della Luce è anche autore di Scrivere con la luce, enciclopedia di tre volumi frutto dell’esperienza del suo lavoro e di Il segno di un destino.